Giancarlo Nucci

È MIO PADRE

È MIO PADRE    


Sua è la forza del magma ardente

del mare scuro ha la profondità.

Stende la sua mano e crea,

crea da polveri arcane,

quasi segreti di uno stregone,

con nuvole di pochi colori

essenziali e ci tuffa la spatola, 

a punta o lunga, già sporca: 

tutto si mescola, tutto è concerto;

se vuole un muro, si fa ruvida,

se vuole una roccia, si fa aspra,

se è passione, è giallo avvolgente;

ogni graffio è già della mente

e senza aspettare piomba

sulla tela o sul legno grezzo,

con l’impeto di una fiera letale

e senza remissione poi blocca

la materia che prima colava,

scorreva, dilagava scellerata:

anche il pennello è riposto,

segno di lavoro concluso.

Ma non c’è ombra d’albero

per riposare, né melodia dolce

per sognare: l’opera vive

e bisogna farla parlare.

Giacomo Nucci 2003