Giancarlo Nucci

Croci

“Qui balza alla vista il «Cristo», cifra di una umanità rimasta sola dinanzi al soffrire, penetrata da un’infinita tragedia. E ci si chiede se il ricorrere di tonalità dominate dal nero non esprima l’impossibile tensione a sanare quel «mal di vivere» che ci portiamo appresso. Ma, insieme, lo sfondo amorfo, segnato da rughe e crepe profonde, è come irrorato dal rosso carminio del sangue di Cristo, che interrompe e scompiglia la dura crosta dell’umanità che accoglie nelle sue braccia tiepide quell’insuperabile sacrificio”. (Franco Giulio Brambilla)